Rapporto Italia 2017 Eurispes. Come gli italiani vedono l’Italia

È stato presentato il 26 gennaio scorso da Eurispes il Rapporto Italia 2017 che fotografa il nostro Paese visto dagli italiani. Tra le tante situazioni critiche prese in esame dal Rapporto ne segnaliamo alcune.

Stabili i dati sulla condizione economica delle famiglie rispetto al 2015. Il 14,1% degli italiani definisce molto peggiorata la situazione economica familiare nell’ultimo anno e il 27,3% indica un lieve peggioramento. Per il 42,3%, invece, la situazione è rimasta sostanzialmente invariata. Ad indicare un parziale (10%) o netto (1,7%) miglioramento è circa una persona su dieci.

Il 48,3% delle famiglie non riesce ad arrivare alla fine del mese e il 44,9% per arrivarvi sono costrette a utilizzare i propri risparmi. Solo una famiglia su quattro risparmia. Le rate del mutuo per la casa sono un problema nel 28,5% dei casi, mentre per il 42,1% di chi è in affitto lo è pagare il canone. Il 25,6% delle famiglie ha inoltre difficoltà a far fronte alle spese mediche.

Molti hanno dovuto mettere in atto strategie anti-crisi come tornare a casa dai genitori (13,8%), farsi aiutare da loro economicamente (32,6%) o nella cura dei figli per non dover pagare nidi privati o baby sitter (23%).

Circa una persona su quattro afferma di sentirsi “abbastanza” (21,2%) e “molto” (3%) povero. L’identikit di chi denuncia la propria povertà è il seguente: single (27,1%) o monogenitore (26,8%) che vive al Sud (33,6%) ed è cassaintegrato (60%) o in cerca di nuova occupazione (58,8%).

Il 77,2% degli italiani conosce persone che non arrivano alla fine del mese; il 61,5% persone che devono chiedere costantemente aiuto a parenti e amici; il 49% che non possono permettersi un posto dove abitare; il 48,2% che non hanno i mezzi per far studiare i propri figli; il 41,9% che non possono permettersi di curarsi; il 41,3% che non possono mantenere i propri figli; il 39,3% che devono rivolgersi alla Caritas e il 25% che si sono rivolte ad un usuraio per ottenere a somme altrimenti non reperibili.

Il senso di (in)sicurezza. Nel corso degli ultimi 2 anni, la paura di subire reati è aumentata rispetto al passato per un terzo degli italiani (33,9%), per oltre la metà (58,2%) è rimasta invariata e solo per il 7,8% è diminuita. Gli italiani si sentono minacciati dal furto in abitazione (34,8%), a seguire dall’aggressione fisica (15,1%).

Disagio sociale (21,1%), mancanza di lavoro (14,5%), difficile situazione economica (12,5%), eccessiva presenza di immigrati (12,5%), pene poco severe/le scarcerazioni facili (11,2%) sono secondo gli italiani le cause principali della diffusione dei fenomeni criminali nel nostro Paese. Il problema della criminalità potrebbe essere dunque risolto garantendo la certezza della pena (22,5%) e incrementando l’occupazione (19,7%).

Il 41,3% dei cittadini dichiara che probabilmente ricorrerebbe alle armi se messo in una situazione di pericolo, mentre il 22% è sicuro che lo farebbe. Poco più di un terzo si pronuncia diversamente: il 25,8% probabilmente non utilizzerebbe le armi sotto minaccia e il 10,9% esclude nettamente tale possibilità.

La sanità. Il 54,3% dei cittadini non è soddisfatto del nostro Sistema sanitario, contro il 45,6% di chi si dice soddisfatto. Il disagio più frequente segnalato dai cittadini sono le lunghe liste di attesa per visite/esami medici (75,5%).

Nell’ultimo anno il 31,9% dei cittadini ha rinunciato alle cure dentistiche a causa dei costi eccessivi, il 23,2% a fisioterapia/riabilitazione, il 22,6% alla prevenzione e il 17,5% ha sacrificato persino medicine e terapie.

Fonte: Eurispes