Nuovi modelli di lavoro: due domande a Orietta Salemi e al ministro Poletti

Riceviamo dalla Segreteria Slc CGIL il comunicato che pubblichiamo, riguardo alle dichiarazioni del ministro Poletti e della candidata sindaco Orietta Salemi su Fondazione Arena durante la tavola rotonda di lunedì 15 maggio "Nuovi modelli di lavoro".
In merito alle dichiarazioni del Ministro Poletti evidenziato dalla stampa di oggi, ritentiamo utile precisare alcune cose.
Abbiamo atteso per oltre un’ora l’arrivo, peraltro programmato alle 9:30, del Ministro al convegno in cui eravamo invitati, evincendo oggi che era altrimenti impegnato nel “lanciare” la campagna elettorale di Orietta Salemi.
Nel corso del proprio intervento, incentrato sulle figure della precarietà del mondo della cultura, dello spettacolo e dei nuovi lavori creativi – frutto peraltro di una indagine promossa dalla CGIL e Fondazione di Vittorio rintracciabile al sito (QUI) di cui ha ampiamente parlato la stampa nazionale – Emanuela Bizi, Segretaria Nazionale della Slc CGIL ha ribadito con chiarezza e fermezza la contrarietà a ogni forma di esternalizzazione, meno che meno a cooperative, del perimetro normativo e giuridico della Fondazione Arena.
Di altro si stava dunque parlando.
Il Ministro Poletti invece, assieme alla candidata Salemi, che qualche minuto prima aveva, evidentemente a nostra insaputa, affermato se non altro in termini di ipotesi quel che appare oggi sulla stampa, non è intervenuto, né ha replicato in merito.
Coraggio delle posizioni? Opportunismo?
Evidentemente il Ministro non conosce il funzionamento dei grandi teatri d’Europa, né delle Fondazione Lirico sinfoniche Italiane. Non si spiega altrimenti una posizione, come quella espressa, priva di senso e significato, soprattutto alla luce dello sforzo intrapreso da sindacato e lavoratori per il rilancio della Fondazione e la attesa ammissione alla legge Bray.
Ma un chiarimento ci è dovuto, a questo punto, anche dalla candidata Salemi, il cui pensiero sulla Fondazione non ci è mai stato chiaro, né ci risulta chiaro e lineare il ruolo da lei svolto in questi difficili anni: vuole o non vuole la candidata sindaco sostenere la intangibilità istituzionale, normativa, contrattuale e identitaria di Fondazione Arena?
Vuole o no che questa imprescindibile realtà di Verona continui ad essere una risorsa per la comunità fondata sulla professionalità di chi, coro, orchestra, tecnici e amministrativi ne fa parte?
Gradiremmo una risposta chiara e convincente nell’interesse dei lavoratori della Fondazione e dei cittadini di Verona.
Emanuela Bizi Paolo Seghi
Segretaria nazionale Segretario provinciale
Slc CGIL Slc CGIL