I dipendenti della Provincia sulla linea del Piave

I dipendenti della Provincia hanno realizzato un presidio ieri mattina dalle 10 alle 12, davanti all’ingresso della Provincia e della Prefettura. Durante il presidio una delegazione di lavoratori si è incontrata con il Prefetto che ha assicurato di inviare al Governo le loro richieste.

Per questi lavoratori, dipendenti della Provincia di Verona, si è dunque trattato di un 24 maggio all’insegna della protesta e della preoccupazione per un futuro a tinte molto fosche L’agitazione dei dipendenti della Provincia di Verona si inserisce all’interno della mobilitazione nazionale indetta dalle segreterie della Funzione Pubblica di Cgil, Uil e Cisl.

La riforma delle Province, voluta a “furor di popolo” nel 2011 si è dimostrata nei fatti estremamente lacunosa ed incompleta. Eliminate le elezioni dirette da parte dei cittadini, dimezzato il bilancio e massacrati gli organici si sarebbe dovuto pensare ad una oculata riassegnazione delle risorse economiche e delle funzioni. Così non è stato. Regioni e Governo fanno gli gnorri in una sorta di gioco delle tre scimmiette che nulla vedono, sentono o dicono.

Allo stato attuale delle cose le Province dovrebbero garantire gli interventi relativi all’espletamento dei Servizi Fondamentali: sicurezza delle strade, delle scuole superiori ed dell’ambiente. Si tratta di situazioni per le quali a fronte di una necessità complessiva di circa 651 milioni il Governo ne ha stanziati circa 90 ed un altro centinaio potrebbe arrivare prossimamente.

Alla  Provincia di Verona servirebbero poco più di 7 milioni di euro. Soldi che però non ci sono.

Un altro dei servizi di cui si fa carico la Provincia è l’accompagnamento scolastico dei disabili ed il supporto agli studenti con problemi alla vista o all’udito. Questo servizio, afferma Rosa Mancuso, della Funzione Pubblica Cgil, “avrebbe dovuto realizzarlo la Regione che però non lo fa. Per quest’anno quindi, lo anticipa la Provincia”. E il prossimo anno?

Insomma ci troviamo di fronte alla solita situazione all’italiana con decisioni prese un tanto al chilo e con una classe politica incapace di sviluppare un ragionamento od una proposta che si elevi dal livello del suolo.

Nei mesi scorsi abbiamo assistito alla protesta nazionale dei Presidenti delle Province e dei Dirigenti e a Verona il Presidente Pastorello ha più volte minacciato di togliersi la fascia tricolore.

Forse è utopia ma pensare o sperare che anche per i politici sia arrivato il momento di scegliere da che parte stare e assumere decisioni anche “forti” tipo restituire la fascia o chiudere qualche scuola non a norma, a mio parere, dovrebbe essere un dato di fatto  Sarebbe un modo per mettere i piedi nel piatto e costringere Governo e Regioni a prendere decisioni ed assumersi responsabilità.

Non illudetevi, non accadrà.

Nella vana attesa che accadano cose la Provincia di Verona, per assicurare la manutenzione ordinaria di strade e scuole è stata costretta a vendere parte delle proprie azioni in A4, le quote di ATV e immobili di proprietà. E’ facile capire che come afferma Franco Bonfante, Segretario della Provincia di Verona “che la nostra Provincia non è più in grado di mantenere i servizi che riguardano sicurezza stradale, edifici scolastici ed ambiente”.

Facciamo qualche esempio: a Verona ci sarebbero delle strutture scolastiche bisognose di interventi urgenti (vedi Giorgi) che però non potranno essere fatti e almeno quattro ponti (Legnago, Roverè, Grezzana e Cerea) chiusi o con percorrenza a senso unico, che non potranno essere riparati, con buona pace dei cittadini.
Nel frattempo il numero dei dipendenti è sceso dai circa 480 agli attuali 300. Con i prossimi movimenti si dovrebbero attestare sotto quota 200.

Sul tema delle Province va registrato, quest’oggi, un botta e risposta tra il deputato del Movimento 5 Stelle, Mattia Fantinati e quello del Pd, Diego Zardini.

Agostino Mondin