Applausi a scena aperta per Patricia Zanco al Camploy con Onorata Società

Venerdì sera, in un teatro quasi al completo, applausi a scena aperta per Patrica Zanco sul palco del Camploy con Onorata Società di Francesco Niccolini.
Testo non semplice quello di Niccolini da far digerire ad un pubblico che più che atro vuole essere intrattenuto senza pensare, e che guarda al teatro di impegno civile con il sospetto degli eventi dedicati ad una nicchia di nostalgici pensatori destinata all'estinzione.
La Zanco, che dello spettacolo cura anche la regia insieme a Daniela Mattiuzzi, riesce nell'ardua impresa di intrattenere il pubblico con il tragico resoconto di una strage annunciata, come quella del Vajont, regalando il sorriso amaro della consapevolezza. Riesce a farlo con chirurgici cambi di registro passando dal grottesco al drammatico e viceversa in un continuum di senso e significati.

La storia è nota. Vajont, 9 ottobre 1963. Precipita una montagna, cade su un bacino idroelettrico: 1917 morti. Fatalità, natura crudele? O calcolo del profitto? Natura violentata, catastrofe inevitabile e prevedibile. Intatta la diga "capolavoro". Distruzione e morte tutto intorno. E dopo? «Onorata società  entra con ironia e rabbia – spiega Patricia Zanco – sotto la pelle viva di una tragedia nazionale che non ha fine: quella di una classe dirigente rovinosa. Tragedie che non finiscono nel loro accadere ma si moltiplicano con effetti incontrollati sulla società, provocate dai vizi capitali di controllori e controllati che ci portano alla deriva. Non abbiamo più corazze che ci possano difendere da mani criminali e consapevoli di una classe industriale, politica e finanziaria senza scrupoli, e da istituzioni spesso incapaci di difendere il territorio e i suoi cittadini. Il Vajont diventa così un tragico modello esemplare che in Italia si ripete sistematicamente, per arroganza e corruzione e che – conclude l’attrice-regista – ci lascia la disperazione di una domanda senza risposta: di chi ci possiamo fidare?».

Già di chi ci possiamo fidare? Sì, perché inspiegabilmente il banchetto non si ferma e si continua a mangiare, bere e brindare in nome del profitto. Lo si è fatto e lo si fa con il terremoto dell'Aquila e di tutti i terremoti che lo hanno preceduto, con le alluvioni di Genova, con le cementificazioni irresponsabili su tutto territorio patrio, con l'inquinamento delle falde acquifere, con lo sversamento illegale dei rifiuti, anche di quelli tossici,  in una sequenza senza fine che trova sfogo nell'urlo finale dello spettacolo che non a caso è stato intitolato Onorata Societa!

Clicca QUI per ascoltare l'intervista rilasciata da Patricia Zanco a Radio Popolare Verona.

Onorata Società
Testo di Francesco Niccolini, la regia è di Daniela Mattiuzzi e di Patricia Zanco, le luci sono di Federico Fracasso, i costumi di Riccardo Ricci, il video è di Giancarlo Beltrame. La produzione è di Fatebenesorelle Teatro.